Impianti come risorsa o come costo?

Dopo diversi casi trattati e assemblee condominiali affrontate mi sono accorto che nei condomini prevale un atteggiamento passivo di fronte alla comproprietà  di molti beni.

L’impianti di riscaldamento É uno di questi.

Superato il periodo degli impianti termoautonomi, oggi si assiste ad un rassegnato ritorno all’impianto centralizzato senza sfruttare la consapevolezza dei vantaggi che ciò potrebbe provocare.

Innanzitutto vorrei dimostrare quanto sia ignobile una visione passiva e non propositiva.

Se è  vero che necessitiamo tutti del servizio riscaldamento/condizionamento ed igienico sanitario, è altrettanto evidente che quanto questo sia più o meno performante, ha un’incidenza diretta sulle spese annuali e quindi in caso di trattativa commercial eper compravendita o locazione diviene un elemento non secondario di apprezzamento.

Oltre all’aspetto puramente economico vi è anche quello del comfort: un immobile ben termoregolato non crea disturbi, disagi e apprezzi di più il bene posseduto.

La domanda da porsi è quindi quale valore abbia un intervento sulle parti comuni che abbia come scopo la riduzione dell’impatto economico, l’aumento della indipendenza decisionale e l’aumento del comfort abitativo.

Se ritieni che questo abbia un valore, cioè se credi che quando torni dal lavoro tu possa decidere che temperatura raggiungere in casa indipendentemente dal volere del vicino, pagare per i tuoi reali consumi; che quando devi vendere l’immobile puoi vendere anche un servizio di gestione personale, la ricerca del consulente condominiale è molto delicata.

Se ritieni al contrario che tutto ciò non abbia alcun valore sarai sicuramente pronto a sfidare il mercato cercando di essere sull’altra sponda del fiume.

Sicuramente a fronte di un costo d’esercio più elevato potrai giocati la carta del prezzo di vendita più contenuto. Puoi sempre rinunciare ad una marginalità di vendita in difesa dell’originalità del bene che stai proponendo sul mercato.